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Alla fine degli anni '70, a seguito del successo dei nuovi cartoni giapponesi, in Italia si comincia ad importare qualsiasi animazione prodotta nel Paese del sol levante: le nostre emittenti trasmettono serie a tutte le ore e nei cinema fanno la loro comparsa alcuni film. Ma, mentre le serie godono di un adattamento soddisfacente, i film vengono spesso tradotti senza un briciolo di criterio dando vita a degli autentici capolavori trash!

In questo articolo vogliamo occuparci di quello che, a nostro avviso, rappresenta la punta di diamante di questa tendenza: "UFO ROBOT GRENDIZER TAI GREAT MAZINGER", un film del 1976 inserito in Italia nel "collage" intitolato "Mazinga contro gli Ufo Robot".


L'eroe a cui dobbiamo eterna riconoscenza per aver creato una simile chicca è il grande Enrico Bomba (già curatore dei dialoghi in "Remì"), qui talmente sicuro di sé da ostentare nella sigla una scritta con la quale ci informa di aver ripristinato "i nomi originali creati da Go Nagai e Ken Ishikawa, autori della serie "Atlas Ufo Robot"". In realtà Ishikawa è il disegnatore del manga di Getter Robot, ma la cosa più irritante è che si tenti di spacciare per originali dei nomi inventati al momento, oltretutto assolutamente ridicoli (secondo lui Goldjack è il vero nome di Goldrake, Icarus quello di Actarus e Devon quello di Vega).

A proposito di nomi, per evitare continue spiegazioni, qui non useremo i vari Daisuke, Genzo Umon, ecc. ma faremo riferimento a quelli usati nella versione italiana della serie animata.

Ed ora andiamo a cominciare. L'incipt è da lacrimoni e merita di essere riportato per esteso. Una voce narrante ci informa che "Dalla lontana galassia Andromaca 7 (evidentemente ne esistono più d'una) il re Devon (???), capo degli ominidi (la famosa famiglia di primati intergalattici) ha deciso di occupare il pianeta Terra. Devon è a conoscenza di numerosi laboratori spaziali (ah sì? E quali? Vorremmo far notare che nel frattempo la telecamera inquadra la base lunare di Vega. Forse siamo troppo maliziosi ma il dubbio sorge) attrezzati per consentire ai terrestri di difendersi da qualsiasi attacco dallo spazio. E sa che tra queste macchine (quali macchine? Non erano laboratori?) potentissime c'è il Grande Mazinga".

Da ora in avanti comincia un suono pseudo-fantascientifico insopportabile (probabilmente un loop creato con un sottofondo sonoro di laboratorio preso dall'audio degli altri due special) che, ahinoi, ci accompagnerà per tutto il film procurandoci fortissime emicranie. Di sicuro il buon Enrico non aveva la traccia audio originale priva delle voci (e ciò induce ad ipotizzare il piratamento) e per inserire il doppiaggio ha dovuto ogni volta abbassare la base giapponese e coprirla alla meglio, con risultati esilaranti.

I dialoghi si rivelano subito all'altezza e anch'essi meritano, almeno all'inizio, la trascrizione integrale. Siamo all'interno della base lunare e un'astronave si avvicina.

Soldato: "Capo, i comandi non rispondono. Sono bloccati."

Hydargos: "E' un'interferenza da quella macchina spaziale. Chi potrà mai essere?"

Soldato: "Che devo fare?"

Gandall: "Preparati a far fuoco. Dobbiamo distruggerlo! (Distruggerlo? La macchina? E poi distruggere cosa se i comandi non rispondono?)"

Nel frattempo l'astronave è atterrata ed escono i suoi occupanti.

Hydargos: "Ehi, guarda chi si vede: Ma quello è il Generale Marengos. (Sarebbe Barendos, ma va beh)"

Marengos: "Eh eh, ciao Gordon Green (cooosaa?!?!? Ah già, è un altro nome originale). E' da un pezzo che non ci vediamo. Io sono in missione per ordine... del grande re Devon. Il mio scopo è distruggere la Terra (eh sì hai capito tutto...) e Goldjack. E purtroppo (?) non c'è che un modo per farlo, uno solo. Riuscire a mettere il Grande Mazinga contro Goldjack e farli distruggere a vicenda. Voi non ci servite ma se intralcerete i nostri piani sarete condannati a vivere sulla Terra! (A parte che la doveva distruggere, ma poi vivere sulla Terra è esattamente lo scopo dei Gordon Green e di tutti i veghiani visti che il loro pianeta è inabitabile.)"

Frattanto all'Istituto diretto da Procton (che qui viene chiamato Yumi! Forse è un cross-over con Mazinga Z) hanno avvistato l'UFO ma dopo un minuto lo confondono con un altro (che non esiste) pronunciando inoltre parole incomprensibili. Leggere per credere.

1° assistente: "Avvistamento UFO su altra coordinata."

2° assistente: "Ma allora è un altro. (Ma quale altro? Non lo vedi che è identico a quello di prima? Invitiamo il dott. Yumi a fornirsi di collaboratori dotati di organi della vista. Poi l'assistente continua dando letteralmente i numeri:) Tre emme uno due sette. (Ma cosa cavolo vuol dire?)"

"Rio" (su tre nomi a disposizione - Koji, Alcor e Rio - hanno scelto proprio quello che c'entra meno) viene fatto uscire "con un disco in esplorazione". Un disco a caso, tanto ce n'è parecchi, di TFO.... Infatti subito dopo vediamo Alcor a bordo della jeep, mentre in sottofondo, anziché il motore della vettura, si sentono i passi di un robot (quel che si dice un mixaggio fatto con i piedi...).

Actarus, intanto, ha preso il suo cavallo Furia (sic!) dalla stalla (la cui porta, aprendosi, fa un bel suono "spaziale") ed è andato al fiume con Venusia. Lì ricorda la distruzione di Fleed e si sente la madre chiamarlo con il suo nome terrestre, Icarus, ma la cosa è chiaramente priva di senso. Ci sta pure che tale nome sia stato scelto ascoltando il doppiaggio giapponese e confondendolo con quello originale di Venusia, ovvero Hikaru.

Alcor è arrivato finalmente alla fattoria ma Actarus non c'è. Mizar lo informa che è uscito "con la fidanzata" (anche Venusia poco prima parlava di matrimonio. Ma quando mai, visto che per tutta la serie Actarus non la considera nemmeno?). Tocca quindi ad Alcor, visibilmente teso, sostenere da solo un attacco disperato con il suo TFO e per sottolineare il momento drammatico Mizar gli augura "buona passeggiata"!!!

Durante il combattimento si continuano a sentire passi di robot mentre ci sono solo minidischi e Marengos chiama i suoi "Squadra UFO", altra cosa senza senso.

Il mostro che compare ricorda molto vagamente la forma di Goldrake e serve forse a svelare "il mistero del disegno sulla copertina dell'album delle figurine" edito dalla Edierre. Non si è mai capito infatti come mai tale disegno (riportato, tra l'altro, anche sul 45 giri) raffigurasse un Goldrake con tre corna (di cui il mostro è invece dotato. Si noti che Goldrake è immortalato nella stessa posa e prospettiva del mostro in alcuni fotogrammi ) e soprattutto perché in un angolo ci fosse il Grande Mazinga che, tra l'altro, era all'epoca assolutamente sconosciuto in Italia. Probabilmente la Toei ha fornito alla RAI lo sketch-book con vari fotogrammi o schizzi di questo film e l'illustratore italiano ha fatto un po' di confusione.

 

Ma torniamo a noi: Marengos è riuscito a catturare Alcor e vuole farsi svelare i piani di costruzione del Grande Mazinga. Decide quindi di colpirlo con dei raggi per immobilizzarlo. Il coordinamento del doppiaggio raggiunge qui uno dei livelli di comicità più alti in assoluto: Marengos ordina ai suoi di sparare ma il doppiatore anticipa troppo il tempo e il raggio chiaramente non parte. Ma, grandissimo, rimedia al volo ripetendo l'ordine dopo qualche secondo con tono spazientito, come se fosse stato tutto premeditato, sovrapponendo la propria voce al doppiatore giapponese. Un vero fenomeno!

Immobilizzato Alcor ad una specie di macchina della verità, Marengos afferma che il giovane ha partecipato alla costruzione del Grande Mazinga (assolutamente falso). Per tutto il film non si fa nessuna distinzione tra i due Mazinga e mentre scorrono le immagini, prima con la morte del Dottor Inferno e poi con Tetsuya, i doppiatori non ne fanno il minimo cenno e parlano di tutt'altro.

Intanto Actarus alla base si trasforma con la voce giapponese che urla: "Duke Fleed!": per fortuna il doppiatore italiano ha dimostrato un po' di pudore nel non gridare "Goldjack!" ma si rimangia tutto subito dopo sovrapponendo all'originale "Grendizer go!" un delirante "Modulo tre uno sei, via!"

Grazie alle informazioni carpite ad Alcor, Marengos riesce ad impadronirsi del Grande Mazinga custodito al Museo della pace e mentre giunge Goldrake un bambino nella folla grida: "Arriva Icarus!", cioè tutti conoscono la sua identità segreta.

La battaglia si scatena e il sig. Bomba pensa bene di farci ascoltare gli ordini dati ai robot in duplice lingua sovrapposta (forse pensava si trattasse di una traduzione simultanea) o addirittura in triplice forma: infatti Mazinga lancia l'ondata di fuoco prima con la voce giapponese, poi con quella di Marengos e infine con quella di Alcor!

E, non contento, Goldrake spara poi i raggi gamma ancora con la voce del Generale di Vega!!! Non ci si crede ma il meglio, come vedremo, deve ancora venire.

A bordo dell'astronave aliena, tra vaccate minori che tralasciamo (una per tutte: un soldato si vanta del fatto che i robot "si annienteranno a vicenda", dimenticando che così perirà anche il suo Generale), Alcor riesce a liberarsi e a mettersi in contatto con Actarus. Ed ora la perla: "Rio" informa "Icarus" che il "punto debole di Mazinga è la gola" ed aggiunge: "colpiscilo dal fianco destro (Mah...?)". In realtà anche un cieco capirebbe di quale colossale idiozia si tratti, visto che la regia mostra inequivocabilmente la schiena di Mazinga, evidenziandola perfino con un cerchio luminoso. Infatti è lì che Actarus lo colpisce bloccando in effetti i comandi e costringendo Marengos ad abbandonare il robot. Dall'astronave partono raggi antigravitazionali per farvi salire il proprio Comandante e Alcor li sfrutta per scendere a terra; senonché i raggi si interrompono e il ragazzo precipita al suolo inveendo sucuramente contro i veghiani. Ma il Grande Enrico è in agguato e non si lascia sfuggire l'occasione di completare il cerchio facendo urlare al doppiatore un geniale "Alla gola, Icarus!". Un vero colpo da maestro!!!

Ed ora apoteosi e gran finale: deliri e inettitudini a go-go! Leggetevi il dialogo che segue e giudicate.

Goldrake attacca l'astronave nemica e i suoi occupanti cercano una maniera per risolvere la situazione ormai disperata. Attenzione: Marengos è già nella sua nave, inquadrato vicino ai propri uomini. E poi l'abbiamo visto salire un istante fa, è impossibile confondersi. Ma nonostante ciò...

Marengos: "Energia, subito. Precipito! (Ma cosa precipita... Egli, lo ripetiamo perché non ci si crede, è inequivocabilmente all'interno della propria nave ed è assolutamente incredibile che nessuno, nella sala doppiaggio, se ne accorga!)"

1° soldato: "Il capo è in pericolo. Manda energia!"

2° soldato: "Inutile, un campo magnetico blocca tutto."

Marengos: "Maledetti, dovete aiutarmi! (E insiste, pure...)"

A questo punto forse qualcuno si rende conto che il doppiaggio non ha il minimo nesso rispetto alle immagini ed è il panico completo: nessuno sa cosa fare e la base audio giapponese viene lasciata libera. Un genialoide tenta di ripristinare l'ordine: è il doppiatore di Marengos che, credendo che il proprio personaggio sia ancora all'interno di Mazinga, gli fa emettere un gracchiante e incomprensibile "Fuori i Cubi Cubi!" e lanciare l'onda di fuoco. Ma, resosi conto della boiata commessa, anch'egli tace e le voci nipponiche imperversano per un bel minutino. Nello studio di registrazione ci si accorge che i due robot non combattono più tra di loro, ma insieme, e ormai nessuno ci capisce più niente. E' incredibile, ma questi fior di professionisti hanno doppiato un film "al volo" in una giornata, così come viene, buona la prima, tanto è robba pe' li regazzini.... Per fortuna le immagini vengono in loro soccorso: un primo piano di un preoccupatissimo Marengos permette ai nostri di uscire momentaneamente dal caos con il seguente dialogo:

Soldato: "Capo, abbiamo sbloccato il campo magnetico."

Marengos: "Benissimo, ce la faremo (Le parole del Comandante non hanno senso rispetto alla sua mimica facciale, ma è già qualcosa che si siano accorti che questi è salito sulla sua astronave)."

Infatti, a dimostrazione di ciò, dopo nove secondi netti e con la nave tagliata in due da Goldrake, il Generale veghiano commenta, con enfasi degna di un bradipo impasticcato, "E' la fine...". In realtà egli lancia probabilmente il mostro Gubi Gubi come ultima speranza ed è ora semmai che il doppiatore nostrano sarebbe dovuto intervenire. Complimenti, un tipo sveglio...

La battaglia continua con ordini di combattimento bilingue e di pari intensità sonora ma la vittoria arride ai nostri che alla fine possono pure scherzarci su... su l'insopportabile "loop spaziale" che ci ha torturati per tutto il film!

Che dire in conclusione? Forse siamo sembrati troppo pignoli ma se riguarderete con attenzione questi 22 minuti di animazione scoprirete che le vaccate erano molte di più e che qui ci siamo limitati solo alle più clamorose. Del resto era giusto che, dopo quasi vent'anni, qualcuno rendesse il giusto omaggio agli eroi che hanno permesso la creazione di un tale capolavoro del non-sense. E non stiamo scherzando: questo articolo è fatto sì di ironia ma soprattutto di tanto affetto. In fondo non dimentichiamoci che è comunque grazie a queste persone se in Italia siamo riusciti, in un modo o nell'altro, a vedere questa e altre opere nipponiche.

Forse prima o poi la Dynamic riediterà questo film (mentre scriviamo è imminente l'uscita di "Mazinga contro Devilman") e finalmente sapremo qual'erano i dialoghi originali ma noi consigliamo lo stesso a tutti di riguardarselo anche nella vecchia versione, sia per gusto trash, sia per riassaporare quelle care, ingenue, pionieristiche atmosfere di una volta che rimarrano per sempre nei cuori della prima generazione di anime-fan.

 
     
 
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